DA POMEZIA AD ARICCIA - GENZANO DI ROMA E NEMI
Un escursione ai Castelli tre cittadine piene di bellezza e tradizione.Tutte vicine a pochi chilometri l'una dall'altra .
Ariccia
A seconda che a si arrivi ad Ariccia (m 412, ab. 18 000 circa) da Genzano o da Albano, lungo la via Appia si incontrano prima, rispettivamente, il seicentesco santuario di S. Maria di Galloro, con facciata del Bernini, o lo storico ponte di Ariccia fatto costruire da Pio IX (1847-54) e riedificato dopo la seconda guerra mondiale: dal viadotto, lungo 312 m e alto quasi 60, la vista spazia sull’Appia e su quel che rimane della valle boscosa già ammirata da Marziale e amata da Stendhal. In un caso e nell’altro la strada entra in città tagliandola nel suo luogo più monumentale e prestigioso, la piazza della Repubblica* o di Corte. Furono i Chigi, acquistato nel 1661 il castello dai Savelli, ad affidare a Gian Lorenzo Bernini il disegno e l’architettura dello spazio. Vi si fronteggiano, separate – oltre che dall’Appia – da due fontane anch’esse d’impronta berniniana, il palazzo e la chiesa. Per palazzo Chigi Bernini intervenne sull’originario palazzo dei Savelli, edificato nel secondo ’500 sui resti dell’acropoli dell’Aricia romana, contemperando le grandiose, turrite forme castellane e l’eleganza residenziale barocca. Oltre che museo di se stesso e centro di attività culturali, il palazzo è sede del museo del Barocco Romano, che espone una ricca collezione di dipinti e sculture del XVII-XVIII secolo (con opere, tra gli altri, di Maratta, Salvator Rosa, Pietro da Cortona, Bernini stesso) provenienti in gran parte da palazzo Chigi a Roma. Sul retro si apre il parco, organizzato nel ’500 sui resti dell’antico Nemus Arcinus, il bosco sacro a Diana che si estendeva alla sinistra della via Appia fino a Nemi. Nato come barco, ossia riserva di caccia, il parco fu poi trasformato dal Bernini e da Carlo Fontana in giardino pittoresco molto ammirato dai viaggiatori del Grand Tour; vi si conserva un’uccelliera fatta costruite dai Savelli nel 1628. La chiesa di S. Maria dell’Assunzione*, rotonda, coronata da una grande cupola, fu interamente progettata e compiuta da Bernini nel 1665; all’interno, l’abside è affrescata da un’Assunzione del Borgognone (circa 1666). Ai lati, gli eleganti coevi Casino del Governatore e Casino del Ministro sono collegati da un’esedra che avvolge la chiesa. Dalla piazza la principale via Garibaldi porta a un belvedere affacciato alla campagna
Genzano di Roma
Il paese dell’Infiorata (m 435, ab. 24 000) si adagia a ventaglio sul pendio sudoccidentale esterno del cono vulcanico che racchiude il lago di Nemi, tagliato da un doppio tridente di viali rettilinei. Dalla centrale piazza Frasconi, aperta a terrazza, la cui fontana è decorata con tralci di vite e viticci allusivi alle antiche tradizioni viticole, via Belardi sale verso la settecentesca chiesa di S. Maria della Cima. Non lontano, sulla sinistra, si alza la bella facciata di palazzo Sforza-Cesarini, costruito per ampliamenti successivi nel XVI-XVIII secolo sul recinto fortificato medievale eretto a guardia del cratere di Nemi; di fronte si stende un ampio parco di gusto romantico affacciato sul lago. In viale Mazzini N. 12, la Biblioteca comunale «Carlo Levi» è fulcro del sistema bibliotecario e polo culturale dei Castelli Romani. Prodotto tipico locale è il pane casareccio Igp, cui a settembre è dedicata una festa.
Nemi
Un’incantevole vista sul piccolo lago verde di acque e di sponde che gli sta sotto, fragoline di bosco nelle vetrine dei locali lungo la strada, fiori, il bosco (in latino, nemus) che oggi come in antico l’avvolge e al quale deve il nome: il quadro ambientale che Nemi (m 521, ab. 2000 circa) offre ai visitatori è delizioso e non sorprende che gli abbia valso la Bandiera Arancione del Tci. Spicca sul borgo la torre cilindrica attorno alla quale venne ricostruito in forma di palazzo rinascimentale – oggi palazzo Ruspoli – il castello eretto dai conti di Tùscolo nel IX secolo, quando espansero il loro dominio su questo versante dei Colli Albani. Dalla parte bassa del paese, una facile passeggiata porta in una ventina di minuti al romitorio di S. Michele, edificio di culto rupestre documentato sin dal 1255, con tracce di affreschi quattrocenteschi. Un più lungo sentiero (circa 2 km) scende ripido e panoramico fino alle rive del lago di Nemi (m 316, 1.7 km2 di superficie), cui si arriva altrimenti per la via del Tempio di Diana. Lungo la sponda settentrionale si trova il Museo delle Navi romane, istituito nel 1930. Già nel ’400 erano state individuate sul fondo del lago ed esplorate da Leon Battista Alberti due ornatissime navi, le ‘navi di Nemi’, risalenti al tempo di Caligola (12-41 d.C.) e usate presumibilmente per le feste dell’imperatore o le cerimonie del culto di Diana, cui il lago era sacro. Recuperate nel 1928, svuotando parzialmente la conca per mezzo del canale emissario sotterraneo costruito dai romani (ancora perfettamente conservato), vennero distrutte nel giugno 1944 in un incendio dai tedeschi in ritirata. Nel museo se ne vedono oggi i modelli in scala 1:5, assieme a numerosi pezzi dei rivestimenti bronzei delle travi; in mostra anche reperti di età classica dalla zona dei Castelli e un tratto della strada romana, ricostruito col basolato originale, che conduceva al vicino tempio di Diana e alla reggia di Caligola. Partendo dal museo, un facile sentiero (CAI 515) lungo circa 6 km compie il periplo del lago.
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